SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 14/01/2014
Direttore Responsabile: Calogero Sorce

CORRUZIONE IN ATTI GIUDIZIARI. I CARABINIERI HANNO ARRESTATO L'AVVOCATO ANGELO BALSAMO. ATTUALE SINDACO DI LICATA. NEI GUAI ANCHE UNA DONNA DI 54 ANNI.

CINQUE COLPI DI PISTOLA SPARATI CONTRO UN'AUTO A VILLAGIO MOSE'. I CARABINIERI INDAGANO A 360°

RIORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE IN SERVIZIO PRESSO IL COMUNE DI FAVARA. IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE AL SINDACO :"CHE FINE HA FATTO IL TURNOVER"?

SEPOLTURE NEGATE AL CIMITERO DI FAVARA AI DEFUNTI NON NATI E NON PIU' RESIDENTI NELLA CITTA' DELL'AGNELLO PASQUALE. NEL TG UN SERVIZIO CHE SPIEGA MEGLIO LA PROBLEMATICA CHE INTERESSA TUTTI I CITTADINI DI FAVARA.

DISAGI E DISFUNZIONI AL PRONTOSOCCORSO DELL'OSPEDALE SAN GIOVANNI DI DIO DI AGRIGENTO L'ON. FIRETTO SCRIVE ALL'ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA'BORSELLINO.


Bufera giudiziaria nel Comune di Licata dove ieri i Carabinieri della locale Compagnia hanno arrestato il Sindaco, l'Avv. Angelo Balsamo di 58 anni e la Sig.ra Francesca Bonsignore di 54 anni. Pesanti i reati contestati dalla Procura della Repubblica di Agrigento all'attuale primo cittadino licatese, ovvero falsa testimonianza, truffa e corruzione in atti giudiziari. Per Balsamo e Bonsignore il Giudice per le Indagini Preliminari di Agrigento, Stefano Zammuto, ha disposto gli arresti domiciliari. L'inchiesta, coordinata dal PM Salvatore Vella, trae origine dalla causa di risarcimento danni per un banale incidente stradale accaduto nella Città del Faro il 5 Agosto del 2008, quando cioè Angelo Balsamo non era ancora Sindaco di Licata. Nel sinistro rimase ferito un minorenne che era alla guida del suo ciclomotore. Secondo la pubblica accusa, L'Avvocato Balsamo, legale della famiglia del giovane centauro, convinse dietro pagamento di una somma di denaro, una falsa testimone, la sig.ra Bonsignore che parlò in favore del motociclista. Il tutto al fine di ottenere dalle compagnie assicurative il risarcimento dei danni. Dalle indagini però sarebbe emerso come l'Avvocato Balsamo avrebbe preteso dai familiari del suo assistito il pagamento di una doppia parcella. Richieste che sarebbero state registrate dalla madre del giovane nello studio legale di Balsamo durante una accesa discussione. Diverbio che, il 6 Luglio del 2013, è stato denunciato ai Carabinieri da Balsamo come tentativo di estorsione dei suoi clienti. I militari del NOR, raccolta la denuncia del Legale, hanno informato dei fatti la Procura della Repubblica. Procedura quest'ultima che non convinse il Sostituto Procuratore Salvatore Vella, in quanto il dossier sull'incidente era di competenza della Polizia di Stato. Da successive indagini e intercettazioni telefoniche eseguite sull' utenza della Sig.ra Bonsignore, sarebbe apparsa la posizione poco chiara di due Carabinieri in servizio a Licata che sono stati interessati in modo marginale dall'inchiesta.


I carabinieri della Stazione di Casteltermini, unitamente ai loro colleghi del NOR di Cammarata, hanno arrestato i fratelli Stefano e Giovanni Circo, rispettivamente di 36 e 33 anni. Entrambi sono accusati dei reati di maltrattamenti in famiglia, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. In particolare i militari della Stazione Casteltermini, chiamati a intervenire nella casa di Giovanni Circo a causa di un litigio con i genitori della convivente, hanno notato che l'uomo aveva delle escoriazioni alle mani. Alla richiesta di spiegazioni dei Carabinieri l'uomo si è scagliato contro i militari che lo hanno arrestato. Poco dopo in caserma si è presentato il fratello Stefano che chiedeva la liberazione di Giovanni. I Carabinieri di Casteltermini quindi hanno chiamato in supporto i militari della Compagnia di Cammarata che al loro arrivo sono stati aggrediti da Stefano Circo che è stato anch'esso arrestato. Entrambi i fratelli sono stati trattenuti nelle camere di sicurezza della Caserma in attesa di giudizio.


I Carabinieri della Compagnia di Agrigento indagano sull'esplosione di cinque colpi di pistola indirizzati ad una Peugeot 206 in sosta. Il fatto si è verificato domenica scorsa in una traversa di Viale Leonardo Sciascia a Villaggio Mosè. Al momento non è stato reso noto il nome del proprietario dell'automobile, né quantomeno si consce il movente dell'episodio. Le indagini comunque proseguono a 360°.


Il Sindaco di Favara, Rosario Manganella, inizia le opere e le lascia a metà. Il riferimento oggi è al turnover degli impiegati comunali. Qualche tempo fa, per qualche ragione “il Sasà comunale” aveva deciso di spostare dal loro posto di lavoro 3 dipendenti in nome del turnover previsto dalle normative nazionali. Il riferimento è ai dipendenti Spina, Bumbello e Vaccaro che ben hanno lavorato nei loro posti e che si sono visti catapultare altrove per ricoprire altri incarichi. A questo punto, considerando che la riorganizzazione del personale è stata citata come uno dei punti cardine del programma elettorale proposto da Manganella agli elettori, ci si aspettava una "rivoluzione", il famoso cambiamento ma (e qui non diciamo alcuna novità ai favaresi), se di cambiamento si può parlare non è certamente in meglio! Adesso ad intervenire con una interrogazione è il Presidente del Consiglio Comunale di Favara. Leonardo Pitruzzella, oltre a ricordare che la riorganizzazione del personale è stata citata da tutti i candidati a sindaco come uno dei punti cardine del loro programma, evidenzia come la valorizzazione delle risorse umane in forza all'Ente, con la giusta allocazione, rappresenta forse l'unica speranza da dare ai cittadini in termini di offerta di servizio pubblico. Pitruzzella interroga quindi l'amministrazione comunale per sapere quali iniziative intende intraprende per razionalizzare l’enorme spesa del Personale, come richiesto dalla magistratura contabile che più volte ha fatto richiami alla elevata spesa sul personale; quali iniziative si intendono intraprendere al fine di rispettare il programma presentato agli elettori e chiede inoltre le ragioni per le quali il processo di riorganizzazione del personale si sia arrestato solo con il cambio di settori dei dipendenti Spina, Bumbello e Vaccaro, lasciando di fatto incompleto il turn over previsto dalle normative nazionali. Vista l'interrogazione di Pitruzzella allora viene da domandarsi se il punto cardine della riorganizzazione del personale sia stato definitivamente eseguito e portato a termine grazie alla ruotazione di questi 3 dipendenti. Perchè altrimenti … o Sasà ha iniziato la sua opera e l'ha lasciata a metà o dietro questi spostamenti chissà se potrebbero esserci altri motivi.


Anche quest’anno è stata stilata la graduatoria dei sindaci più amati d’Italia. Ovviamente il riferimento è alle sole città capoluogo. Il Sindaco di Agrigento Marco Zambuto è il sindaco siciliano più amato, occupa la nona posizione nella graduatoria nazionale. È il dato emerso in base alle interviste effettuate dal 25 settembre al 15 dicembre 2013 su un campione di 2.000 elettori ai quali è stato chiesto un giudizio complessivo sull’operato del sindaco della propria città nell’arco del 2013 e se avesse rivotato il sindaco attualmente in carica. In tutta la graduatoria nazionale, i sindaci siciliani si piazzano in ordine così: Marco Zambuto (Agrigento) al 9° posto; Leoluca Orlano (Palermo) al 12° posto, Federico Picciotto (Ragusa) 15° posto; Giancarlo Garozzo (Siracusa) 36° posto, Enzo Bianco (Catania) al 53° posto; Michele Campisi (Caltanissetta) 63° posto; Renato Accorinti (Messina) 76° posto; Paolo Garofalo (Enna) all’84° posto; Vito Damiano (Trapani) all’89° posto. Il Sindaco più amato d’Italia è Alessandro Cattaneo del comune di Pavia. Chiude la classifica 2014 Ezio Stefano, sindaco di Taranto.


Probabilmente molti di voi non sono a conoscenza di come a Favara si disciplinano le sepolture specie per tutti coloro che nella Città non sono né nati né residenti ma le cui origini sono chiaramente favaresi. Facciamo un esempio: mettiamo il caso che un favarese, nato in un qualsiasi ospedale del mondo ma che è vissuto a Favara e per diverse ragioni ad un certo punto della sua vita è costretto fisicamente e anagraficamente a trasferirsi in un altro luogo, bene, quella persona quando muore non ha diritto ad un loculo nel cimitero di Piana Traversa. Con la normativa vigente, la salma potrà ritornare nella propria Città solo se tumulata in una cappella gentilizia. In questo modo quindi si nega al caro estinto il diritto di riposare nel luogo dove è cresciuto, dove vivono i propri cari. Una situazione questa che è di interesse collettivo e che merita una riflessione più complessa. Storicamente il nostro territorio è stato interessato dal fenomeno migratorio. Come ben documentato nel 1950 dal regista Pietro Germi nel film “Il Cammino della Speranza”, dal Dopoguerra migliaia di favaresi sono stati costretti, anche per fame, a lasciare la propria terra in cerca di un futuro migliore. Francia, Germania, Belgio, ma anche le Città industriali del Nord Italia erano le destinazioni più ambite e dove tuttora vivono i loro figli e nipoti. Quella era gente semplice; molti non avevano neanche potuto avere un' istruzione. Il territorio, allora come ora, non offriva molte soluzioni occupazionali: le scelte perlopiù erano quelle o di rompersi la schiena nei campi per un pezzo di pane o lavorare duramente nelle miniere di zolfo. Quindi in molti, non avendo altre alternative, decidevano di lasciare gli affetti, la roba e valigie di cartone a seguito, e partivano, anche clandestinamente, portandosi dietro più cose possibili in ricordo della loro terra natale. Ai sacrifici che questi lavoratori hanno fatto, la Città di Favara deve lo sviluppo edilizio degli anni ‘70 – ’80. Con i soldi sudati nelle fabbriche del Nord o nelle miniere del Belgio, si è concretizzato il sogno di molti che all’epoca consisteva soprattutto nel costruire quelle abitazioni che li lasciava attaccati alle loro origini. Superato il boom edilizio che aveva fatto della Città di Favara quella con il più alto tasso di imprenditorialità della Regione, dagli anni ’90, dopo tangentopoli, il fenomeno della migrazione è tornato e gradualmente si è intensificato con il passare degli anni. La dilagante disoccupazione costringe più generazioni a cercare altrove una lavoro. Viaggi della speranza che continuano e iniziano in molti casi già nella fase degli studi con i tanti giovani che scelgono di frequentare Università che hanno sedi in Città dove sarà più facile trovare un’occupazione consona. Buona parte dei nuovi emigranti quindi è gente con un elevato tasso di istruzione e che alla valigia di cartone sostituisce quella del Notebook o del tablet e che viaggia comodamente in aereo piuttosto che in treno. Ma c’è una cosa che probabilmente accomuna l’emigrante favarese del dopoguerra a quello di oggi ed è la voglia, un giorno, di poter ritornare nella sua terra. Ora, ritornando alla questione delle sepolture negate ai non nati e non residenti, come è noto a Favara, non essendoci un Ospedale per partorire, una mamma favarese deve necessariamente recarsi in un presidio sanitario esterno come ad esempio Agrigento, Canicattì, Palermo o in qualsiasi altro centro. Prima degli anni ‘70 erano molte le gestanti che preferivano dare alla luce i figli nelle loro case ma ad oggi questa pratica si è del tutto estinta. Questi bambini quindi non nati a Favara, dal giorno delle dimissioni dal reparto ospedaliero, saranno accolti dai genitori in case ubicate nella Città dell’Agnello Pasquale, abitazioni per le quali si pagano profumatamente al Comune i tributi; bambini che poi frequenteranno le scuole dell’obbligo di Favara e che al compimento della maggiore età potranno espletare il diritto di voto per la scelta anche del loro Sindaco e dei Consiglieri Comunali. Bene, questi bambini innegabilmente favaresi ma nati altrove, se da grandi cambiano anche il luogo di residenza, nella scongiurata ipotesi di un evento luttuoso, non potranno essere seppelliti nella loro Città. Recente è il caso di Pasquale Palumbo, il 36enne che insieme alla sua famiglia si era trasferito a Mantova per ragioni di lavoro. Pasquale, scomparso per aneurisma lo scorso 10 dicembre a Brescia, non ha avuto diritto ad un loculo nel Cimitero di Piana Traversa. La salma dello sfortunato giovane ha momentaneamente trovato ospitalità in una cappella privata messa a disposizione da un familiare della moglie. Una soluzione tampone quella trovata della famiglia Sorce - Palumbo che però non tutti possono avere. La soluzione al problema che ripetiamo essere di interesse collettivo, ci sarebbe e secondo noi sarebbe anche di facile esecuzione. Il Comune di Favara per scongiurare il ripetersi di questi eventi, deve apportare delle modifiche al vigente regolamento. Un provvedimento che, portato al vaglio dei Consiglieri Comunali, potrebbe subito cambiare le cose. Altra alternativa per consentire la sepoltura ai non nati e non residenti è quella dell’ordinanza sindacale che autorizza la tumulazione delle salme, come avviene per esempio nel caso delle sepolture degli immigrati morti nelle traversate del Canale di Sicilia e che riposano nel Camposanto. Basterebbe poco quindi per risolvere questo problema ma non si capisce ancora quale sia il motivo che spinge Sindaco, Giunta e Consiglieri Comunali a rimandare una questione che interessa anche loro. Pare che dal Municipio qualcosa in merito si stia muovendo. Per chiudere, comunque invitiamo la classe politica favarese a occuparsi realmente delle cose che interessano la collettività perché, quando si tratta di argomenti così delicati, l'interesse dei cittadini ha priorità su qualsiasi altra discussione politica. In tante altre situazioni, dal Comune di Favara la giustificazione alla non risoluzione dei problemi è stata affidata alla mancanza dei soldi. Questa volta però non occorrono denari, servirebbe solo la buona volontà.


Lettera dell'Onorevole Lillo Firetto all'Assessore Regionale alla Sanità Lucia Borsellino sui disagi e disfunzioni del Prontosoccorso dell'Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. Nella missiva, l'onorevole empedoclino chiede la rimozione delle inaccettabili condizioni dell’Area di Emergenza dell’Ospedale di Agrigento in cui troppo spesso, secondo Firetto - viene fatto ricorso a consulenze specialistiche di altri reparti con grave e rischioso ritardo nelle diagnosi. “A fronte di 60.000 accessi gestiti nel 2013 – scrive l'onorevole Firetto nella nota inviata all'Assessore Borsellino - l’Area di Emergenza non ha il minimo delle dotazioni previste dalle Linee Guida della Società Scientifica. Gli operatori - continua la lettera - hanno un solo elettrocardiografo, obsoleto e periodicamente guasto, da condividere tra le salette di visita e quella dei “Codici rossi”. Manca l'ecografo portatile per l'ecografia fast-track, munito di monitor per i pazienti con alterazioni del ritmo cardiaco e – segnala ancora il Sindaco di Porto Empedocle - situazione paradossale, manca lo sterilizzatore per i ferri chirurgici che è guasto da oltre due anni". Una situazione intollerabile - conclude Firetto – per la quale l’Assessore Regionale alla Sanità deve svolgere utili accertamenti per rimuovere queste inaccettabili condizioni di assistenza sanitaria".


Il Consigliere comunale di Agrigento, Antonio Cicero, ha convocato un’assemblea cittadina per dopodomani giovedì alle ore 18.00, nei locali dell'oratorio della Chiesa di Santa Rosa di Villaggio Mosè. All'ordine del giorno ci sarà la riqualificazione urbana della frazione agrigentina e in particolare si discuterà dei lavori di bitumazione e della carenza di pubblica illuminazione della Via degli Ulivi e zone limitrofe. All'incontro è stato invitato anche l'Assessore comunale ai Lavori Pubblici Gerlando Gibilaro.


Un grave lutto ha colpito il nostro amico e collega giornalista Totò Arancio. È venuto a mancare all'affetto dei suoi cari, il padre Vincenzo. Al collega Arancio e a tutta la sua famiglia, vanno le più sentite condoglianze dell'editore di Sicilia TV Libertino Sorce e dell'intera redazione giornalistica.


Fine di questa edizione di SICILIA TV NOTIZIARIO
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