Edizione del 23/04/2011

A cura della redazione giornalistica di Sicilia TV
Direttore Responsabile: Calogero Sorce

 


SPARATORIA IN UN BAR DI PALMA DI MONTECHIARO. UN MORTO, UN FERITO E DEI FERMI.

 

ARRESTATO IERI A FAVARA IL PRESUNTO AUTORE DI DIVERSI FURTI NEI SUPERMERCATI DI FAVARA.

 

RICORSO AL TAR DI PALERMO. UDC E MPA INDICATI QUALI IDEATORI DEL PROVVEDIMENTO. NEL TG LE REPLICHE.

 

CON LA TRADIZIONALE SPARTENZA SI E’ CONCLUSO IL VENERDI’ SANTO A FAVARA.

 

66ESIMO ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE D’ITALIA. A CONTRIBUIRE ALLA LIBERAZIONE DI IMPERIA ANCHE IL FAVARESE CALOGERO FANARA.


Un morto, un ferito, due fermi di polizia giudiziaria e probabilmente una terza persona ricercata, questo è il bilancio del Venerdì Santo di sangue che ha sconvolto ieri la Comunità di  Palma di Montechiaro. Intorno alle ore 15:45 una sparatoria in Via Pietro Nenni, 10 i colpi di arma da fuoco esplosi, 7 i proiettili calibro 9 indirizzati al 50enne  Nicolò Amato che gli hanno provocato la morte,  3 invece i colpi che hanno raggiunto ad un braccio Diego Amato il 22 enne figlio di Nicolò. Gli Amato sono i proprietari del Bar Pizzeria “La Fontana” gestita dal 23enne Nicola Bonfanti, nipote del Sindaco di Palma Rosario Bonfanti. Molto probabile il delitto sfociato è legato a problemi di carattere economico proprio sulla gestione dell’esercizio commerciale. Da indiscrezioni sembra che ieri pomeriggio Nicola Bonfanti, il Padre Vincenzo e probabilmente un altro congiunto, intorno alle 15:00 recandosi in Pizzeria, abbiano trovato cambiate le serrature del locale, quindi chieste spiegazioni al proprietario dello stabile, sarebbe scattata una furiosa lite, sfociata poi nella sparatoria. Tempestivo l’arrivo in Via Pietro Nenni degli agenti del locale commissariato di Polizia guidato dal Vice Questore Aggiunto Angelo Cavaleri. Sul posto anche 2 ambulanze del 118 una delle quali è servita a trasportare Diego Amato presso l’Ospedale San Giacomo D’Altopasso di Licata dove i sanitari si sono riservati la prognosi. Le sue condizioni di salute non sarebbero gravi. In Via Nenni a Palma ieri anche il magistrato titolare dell’inchiesta ovvero il sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento Santo Fornasier che ha disposto la rimozione dalla strada del cadavere e l’autopsia da compiere presso la Sala mortuaria del locale Cimitero cittadino. Intanto nella serata gli agenti di polizia, individuati i Bonfanti li hanno accompagnati presso il Commissariato di Via Giacomo Brodolini, dove sono stati interrogati per tutta la notte. In mattinata il Pubblico Ministero ha disposto il fermo di Nicola e Vincenzo Bonfanti. Per i due indiziati dell’omicidio di Nicolò Amato e del tentato Omicidio di Diego Amato si attende il pronunciamento del G.I.P per l’udienza di convalida degli arresti. Intanto le indagini dei poliziotti proseguono e non si escludono ulteriori sviluppi.


E restiamo sempre a Palma di Montechiaro. Auto in fiamme nella notte intorno le 3.30, dove ignoti malviventi hanno appiccato il fuoco ad un’autovettura intestata a una casalinga del luogo, anche se in uso ad un pregiudicato palmese A. C., 50 anni, bracciante agricolo. Indagini sono in corso.


Atto intimidatorio legato a problemi di confini territoriali si sarebbe verificato oggi in Contrada Stretto a Licata dove sono stati esplosi alcuni colpi di fucile contro un furgone su cui viaggiavano  due  braccianti agricoli. Sull’episodio indaga la Polizia del locale commissariato che avrebbe già individuato in altri due agricoltori i responsabili del gesto.


Tunisino incendia due auto in sosta  e viene avvolto dalle fiamme, gravi le sue condizioni. Il fatto si è verificato questa mattina in Via Cavallotti a Ravanusa. Il cittadino extracomunitario ha cosparso di benzina, per motivi in corso di accertamento, due automobili ed ha appiccato il fuoco, subito dopo, lo stesso si è trasformato in una torcia umana. Sul posto si sono tempestivamente recati i Vigili del Fuoco del distaccamento di Canicattì ed i Carabinieri della locale stazione. Il tunisino è stato trasferito con un’ambulanza del 118 presso L’ospedale Barone Lombardo di Canicattì, subito dopo, a causa delle gravi ustioni riportate , i sanitari ne hanno disposto il trasferimento in elisoccorso al Centro Grandi Ustioni di Palermo.


E’ stato arrestato dai Carabinieri della Tenenza di Favara con l’accusa di rapina a mano armata aggravata, quello che dovrebbe essere uno degli autori dei continui furti a supermercati ed attività commerciali del luogo. L’ultima rapina in ordine di tempo, ieri mattina intorno alle 13.00, ai danni del supermercato “Forte” di Via Capitano Callea. Il bottino ammonta a circa 470,00 euro, 50,00 dei quali sono stati recuperati dai militari. A finire in manette il favarese Gerlando Blando di 27 anni. Il suo fermo intorno 13.30. Gli inquirenti ce lo avevano già annunciato qualche settimana fa: erano sulle tracce dell’autore delle rapine, che presupponevano essere una persona del luogo. Un dato riscontrato parecchie volte durante gli assalti alle casse. L’autore, con viso travisato da un casco integrale di colore grigio,  aveva un tipico accento della nostra zona, forse favarese. Ad incastrare Gerlando Blando le telecamere esterne del supermercato, che hanno ripreso la targa della sua auto, una vecchia Fiat Punto di colore bianco, la stessa auto che qualche giorno fa era stata vista allontanarsi  da un supermercato subito dopo un’altra rapina. Secondo le prime ricostruzioni dei Militari della Tenenza dei Carabinieri di Favara, guidati da Gabriele Treleani, il giovane avrebbe potuto compiere ben 7/8 rapine, come quella del “Forte” di viale Aldo Moro e del “Centesimo” di Via Capitano Callea. In seguito al furto di ieri, immediata è stata l’individuazione dell’uomo e la successiva perquisizione domiciliare. I  militari di Treleani hanno rinvenuto un casco integrale di colore grigio, una pistola giocattolo, un taglierino ed una moto di grossa cilindrata, tutti probabili oggetti usati per compiere le rapine ed adesso posti sottosequestro. E Sul rinvenimento di alcuni di questi oggetti interviene il legale difensore di Blando, ovvero l’Avvocato Maria Alba Nicotra secondo la quale non è mai avvenuto il sequestro di un cutter ed in relazione alla pistola giocattolo precisa che i Carabinieri hanno rinvenuto solo la confezione. Adesso i Carabinieri stanno continuando a lavorare per scovare l’identità di eventuali complici. Il probabile bottino racimolato nel corso di questi mesi da Blando, si aggirerebbe intorno ad un paio di migliaia di euro. Blando espletate le formalità di rito è stato tradotto nella serata di ieri, intorno alle 19.00, presso il carcere di Contrada Petrusa di Agrigento.


Fino a questo momento, gli autori del ricorso contro il decreto di indizione dei comizi elettorali a Favara, hanno preferito non esporsi pubblicamente per far comprendere alla città le ragione che li hanno indotti a presentare istanza al TAR. E’ ovvio che nelle piazze reali e virtuali si inseguano notizie, anche frammentate, su probabili collegamenti tra gli stessi autori ed esponenti politici locali. La maggioranza dei partiti presenti in consiglio comunale non è rimasta esente dalle accuse. Più accreditate da qualche  testata giornalistica, risultano le voci che vedrebbero un coinvolgimento più diretto alla vicenda da parte di MPA e UDC. C’è chi ha parlato addirittura anche di una raccolta di fondi tra diversi attuali consiglieri comunali al fine di sostenere le spese legali. Domanda comune a tutti è “ a chi giova tutto ciò? ”.  E’ giusto che venga fatta chiarezza. Abbiamo raggiunto telefonicamente il capogruppo consiliare UDC Gaetano Cibella, che intanto si dice personalmente contrario alle elezioni anticipate previste per il 29 e 30 Maggio prossimi. “Le dimissioni di Russello - ci ha detto -  hanno colto tutti di sorpresa, e non hanno permesso ai partiti di organizzarsi al meglio per proporre alla città dei candidati sindaco ideali. In ogni caso l’UDC – dice Cibella – non credo c’entri nulla con il ricorso al Tar. Le voci che danno come paganti le spese legali gli stessi consiglieri, credo siano solo delle invenzioni. Sono sempre pronto ad un’eventuale confronto. E’ vero dice Cibella che il sottoscritto si è trovato a parlare con uno dei 6 ricorrenti al Tar, prima ancora che venisse presentato il ricorso. Ma preciso, dice Cibella, che ho espresso solo il mio disappunto all’imminenza delle elezioni. Non sono stato però io a spingere il ricorrente che ha agito senza una mia pressione”. Per Angelo Messinese, capogruppo MPA al consiglio comunale di Favara, è probabile che qualcuno dei 6, possa essere vicino a qualche consigliere del suo partito, anche se, tiene a precisare, che il Movimento per l’autonomia locale, nulla ha a che fare con il ricorso. Se il partito avesse voluto ricorrere non avrebbe agito con sotterfugi ed avrebbe fatto delle comunicazioni ufficiali. “Sono molto fatalista – ci ha detto al telefono – qualcuno ha probabilmente forzato la mano alla Chinnici, affinché si andasse subito alle urne. Le cose andranno come andranno. Di certo c’erano i termini ma non i tempi. 


E sul ricorso al T.A.R è intervenuto con un’intervista l’on. Angelo La Russa. Quest’ultimo dai nostri studi ha anche colto l’occasione di rivolgere gli auguri di Pasqua alla cittadinanza di Favara che potete visionare seguendo il telegiornale di oggi.


Si è concluso anche quest’anno a Favara con la tradizionale “spartenza” in Piazza Cavour, il venerdì santo. Al calvario si è svolta l’omelia di Don Salvatore Zammito, basata soprattutto sulla riflessione e meditazione della Passione e morte di Gesù. Dopo la deposizione del Cristo morto dalla Croce nella bara di vetro, una silenziosa processione di fedeli, con lumini in mano, ha accompagnato l’urna e il simulacro della Madonna addolorata sino ad arrivare in Piazza Cavour. Molto sentite le soste intermedie per il canto tradizionale “Ah si versate lacrime…”. Presente anche la Banda Musicale di Favara Lentini. A seguire l’Omelia dell’Arciprete di Favara, Don Mimmo Zambito, dove si è parlato anche del ricorso al tar presentato da alcuni cittadini per annullare le elezioni amministrative. Subito dopo la tradizionale “spartenza”: il momento straziante nel quale Maria deve salutare la salma del figlio dalla quale non vuole staccarsi. Intanto questa sera veglia di preghiera presso le chiese di Favara. Novità di quest’anno, la messa in lis (linguaggio italiano dei segni) presso la chiesa Madre di Favara, organizzata dall’associazione sordi Fabaria in collaborazione con l’associazione Giovanidee per dare l’opportunità anche a chi è meno fortunato di noi di poter partecipare alla veglia pasquale.


Questa mattina presso la sala Giovanni Paolo II, del Palazzo Arcivescovile di Agrigento, il vescovo di Agrigento, Mons. Francesco Montenegro, ha fatto gli auguri di Pasqua alla diocesi.


Natale con i tuoi, pasqua con chi vuoi. Così recita un vecchio proverbio. In campagna, in città o a mare, molte sono le persone che non rinunciano a festeggiare la Pasqua in famiglia o con gli amici. Ma da dove deriva la parola pasqua? Il termine deriva dall'ebraico “Pesah”, che significa “passaggio” del popolo d’Israele dalla schiavitù d’Egitto verso la libertà della terra promessa, la terra di Canaan. E se per il popolo ebraico, la pasqua, si festeggia con erbe amare e pane azzimo, in Italia le tradizioni culinarie si diversificano da regione a regione. In particolare, nel periodo pasquale, tanti sono i piatti tradizionali a base soprattutto di agnelli e capretti anche se sta ritornando in auge il pesce. Tre sono i simboli della pasqua: la colomba simbolo di pace, le uova e, non per ultimo, l'agnello, figura particolarmente sentita soprattutto a Favara, che con il dolce di mandorla e pistacchio a forma di agnello, ne ha legato il nome. Dolce principe che non può certamente mancare nelle nostre tavole nato probabilmente alla fine dell’800 dalle sapienti mani delle suore del collegio di Maria.


Arte e tradizioni pasquali. E’ questo il titolo della manifestazione di oggi presso la villa Liberty. Per l’occasione è stata allestita una mostra pittorica a cura dell'accademia "arte cultura e legalità" guidata del maestro Vincenzo Patti. Durante la manifestazione è possibile degustare prodotti tipici del periodo pasquale, quali ad esempio “panareddi” e “cosi dunci di mennula”. L’animazione a cura dell’associazione  divertilandia. A fine manifestazione il sorteggio di un uovo di cioccolata di 10 kg


Anche il poeta favarese Totò Sciortino ha voluto augurare alla città, una buona pasqua. Dato che questo è un anno importante per i credenti cattolici, in vista della beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, il poeta favarese ha voluto dedicare una poesia al santo padre. Anche la poesia pasquale di Sciortino è stata inserita nell’edizione odierna del TG.


Approfittando dei giorni segnati in rosso in calendario, da questo pomeriggio e fino a lunedì, 1300 giovani facenti parte delle Chiese Cristiane Evangeliche ADI della Sicilia, si radunano assieme per pregare il Signore. Le riunioni, quest’anno come l’anno scorso, si svolgono al Palacongressi del Villaggio Mosè.  Impegnate sono anche le strutture alberghiere adiacenti al Palacongressi che grazie a questo raduno, in questo periodo di crisi economica possono tirare un sospiro di sollievo, ospitando  800 giovani, ulteriori 500 presenze quotidiane, invece utilizzeranno i ristoranti della zona per pranzo e cena. Come ogni anno, a predicare la Parola di Dio e ad esporre degli studi biblici, ci sarà un ospite speciale. Quest’anno è giunto da Grosseto, il pastore evangelico Felice Leveque, l’anno scorso invece è toccato al francese  François Matinà.


Il 25 Aprile 1945 è la data in cui, nel corso della seconda guerra mondiale, le grandi Città del Nord Italia, in particolare Torino e Milano,  furono liberate dalle truppe Alleate, dall’assedio delle truppe  militari naziste tedesche. Da allora il 25 aprile è stata scelta come la data  della Festa della Liberazione appunto. La cacciata degli ex alleati tedeschi dal suolo italiano cominciò 19 mesi prima, ovvero l’8 settembre 1943, con il Proclama di armistizio firmato dal Maresciallo Badoglio che  fu diffuso via radio alla popolazione. “Il governo italiano, riconosciuta l'impossibilità di continuare l'impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane”.  – queste le parole del capo del governo tecnico –militare. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, – continua il proclama Badoglio - ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza. Fu una vera e propria resa incodizionata quella adottata dal Governo italiano nei confronti delle truppe alleate. Da questa decisione una scissione interna agli ambienti militari fascisti portò alla nascita della Repubblica Sociale Italiana, riconosciuta a livello giuridico, solo dal regime nazista di Hitler. Ma la reazione più concreta che seguì all’armistizio di Badoglio fu proprio la resistenza armata portata avanti dai partigiani che combatterono a fianco delle truppe alleate contro l'invasione d'Italia da parte della Germania nazista e nei confronti della Repubblica Sociale Italiana. Questi gruppi di combattenti, nonostante fossero organizzati come un vero e proprio esercito, non erano ufficialmente riconosciuti come un organo  militare, sostanzialmente  tra le loro fila, figuravano sia uomini politici di estrazione filo-comunista, che militari regolari che non volendo continuare la lotta intrapresa per la RSI, furono costretti a cambiare casacca, pena la fucilazione. Migliaia furono i morti della resistenza italiana, secondo alcuni storici i caduti per la liberazione furono 300 mila . La storia solitamente è scritta da chi vince le guerre, e  non a caso il conteggio delle vittime è stato fatto da sempre, solo in relazione ai partigiani morti, a questi si aggiungono  un gran numero di soldati italiani, che all’indomani del 25 Aprile 1945 vennero trucidati dai fratelli partigiani, la loro colpa era quella di avere combattuto per la patria, in un esercito regolare. Anche la Città di Favara contribuì alla resistenza con uomini che combatterono, fra tutti ricordiamo il partigiano chiamato “Favara”, che al secolo fu Calogero Fanara. Militare in servizio ad Imperia. Fatto prigioniero dai tedeschi subito dopo l’armistizio, riuscì a scappare, e si unì  alla  divisone d'assalto "Garibaldi-Liguria" gruppo quest’ultimo  contribuì alla liberazione di Imperia. Il tributo di sangue che le popolazioni civili pagano per ogni guerra è sempre alto,  e non importa quali delle due fazioni ha registrato più vittime, quello che interessa è che se l’Italia è diventata una Repubblica Democratica, noi lo dobbiamo a questi uomini.


È Leonardo Pitruzzella il nuovo coordinatore Provinciale di Agrigento dei Giovani Amministratori del PDL. A nominarlo, il capogruppo del Popolo della Libertà alla Provincia Regionale di Palermo e Coordinatore Regionale dei giovani amministratori del partito Vincenzo Di Trapani. Soddisfazione per la nomina di Leonardo Pitruzzella è stata espressa dal Coordinatore Provinciale del PDL On. Nino Bosco,il quale in una nota scrive “ritengo che Leonardo Pitruzzella possa dare il giusto contributo alla nascita e allo sviluppo del coordinamento dei giovani amministratori del partito in provincia di Agrigento, certo che, con le sue capacità politiche amministrative e con l’esperienza maturata negli anni, saprà coinvolgere tanti giovani amministratori della Provincia in grado di costruire una proposta politica di rinnovamento”.


 

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