Edizione del 13/07/2004
A cura della
redazione giornalistica di Sicilia TV
Direttore
Responsabile: Dario Broccio
Nelle prime ore del
mattino è stata arrestata, nell'ambito di un'operazione antimafia del Comando
provinciale carabinieri di Agrigento coordinata dalla
direzione distrettuale antimafia di Palermo, Carmela Maria
Rita Falsone, 40enne sorella del latitante di Campobello di Licata Giuseppe Falsone.
La donna è ritenuta responsabile del reimpiego di ingenti somme di denaro possedute dal fratello,
provenienti dalla partecipazione di Giuseppe Falsone
all'associazione mafiosa Cosa nostra, con la circostanza aggravante di aver
commesso il fatto al fine di agevolare l'attività dell'associazione mafiosa.
Giuseppe Falsone, fedelissimo di Bernardo
Provenzano, ricercato dal 1999, è inserito
nell'elenco dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del “programma
speciale di ricerca” del Ministero dell'Interno, ed è attualmente
ritenuto al vertice dell'articolazione provinciale di cosa nostra agrigentina.
Cita Giovanni Paolo
II che, rivolto ai giovani riuniti a Toronto, ha avuto il coraggio di dire: “mi vergogno per i preti pedofili e per chi ha coperto con il
silenzio questi abomini”. M.M.,
22 anni, un ex seminarista del seminario di Agrigento, apre così una lettera
rivolta al vescovo di Agrigento, Carmelo Ferraro, che
«dopo essere stato informato degli abusi sessuali commessi da un sacerdote ai
danni di un seminarista, non prese alcun provvedimento». La «vittima» degli
abusi sessuali è proprio l'autore della lettera, il 22enne ex-seminarista. La
vicenda ebbe inizio nel 1994, a Favara, quando il seminarista aveva 12 anni. Il
7 luglio scorso, dopo l'esposto del seminarista, il sacerdote, don Bruno Puleo, ha patteggiato la pena: gli sono stati inflitti 2
anni e 6 mesi di reclusione. Attualmente don Puleo è parroco a Sant'Anna, una
piccola frazione nei dintorni di Agrigento. M.M., nella lettera inviata all’arcivescovo
metropolita della Chiesa Agrigentina, dice di voler
scrivere proprio a Sua Eccellenza che, una sera di novembre del 2000, ha
ascoltato, quasi con indifferenza, il racconto dei momenti più brutti della sua
vita. Il 22enne, dicendosi addolorato e profondamente amareggiato dal suo
silenzio, annuncia l'intenzione di avviare una causa civile contro le persone
che hanno un ruolo di responsabilità in situazioni del genere. La vittima degli abusi sottolinea
poi alcuni aspetti dell'inchiesta: non risulta - dice - che il vescovo sia mai
stato interrogato; il giovane attende ora di prendere visione di tutti gli atti
processuali per averne conferma. L'ex seminarista, che oggi studia psicologia
all’università, ha già fondato un'associazione.
Prosegue ancora,
nonostante l’avvenuto approdo, la misteriosa vicenda della Cap
Anamur, la nave dell'omonima associazione umanitaria
tedesca approdata ieri a Porto Empedocle. Fra buchi neri e perplessità, la
vicenda va avanti con i primi arresti. Dopo sei ore di interrogatorio,
sono scattate le manette ai polsi del comandante della nave Stefan
Schmidt, in cella insieme all'armatore nonchè dirigente dell'associazione umanitaria Cap Anamur Elias Bierdel e al primo ufficiale Vladimir Dhchkevitch.
Secondo polizia e carabinieri, che li hanno arrestati
«in flagranza di reato», i 3 sono responsabili di favoreggiamento
dell'immigrazione clandestina. Anche la nave è stata
posta sotto sequestro. All'equipaggio della Cap Anamur, accompagnato dagli agenti al commissariato di Porto
Empedocle per essere identificato, solo per questa notte è stato consentito di
dormire a bordo. Terminate le procedure di identificazione
- fanno sapere dalla Questura di Agrigento - potranno andarsene da liberi
cittadini. Ma la vicenda si tinge di giallo in quanto
il viaggio della Cap Anamur
è contrassegnato da un «buco nero» di cinque giorni. Nei libri di bordo non c'
è alcuna traccia degli spostamenti fatti dalla nave tra il 25 e il 30 giugno. Neanche
il comandante Stefan Schimdt,
incontrando i giornalisti a bordo lo scorso 7 luglio, aveva saputo dare una
spiegazione, limitandosi a scusarsi con le autorità italiane per aver commesso
degli «errori». Secondo la ricostruzione della Cap Anamur, i 37 naufraghi furono salvati nel Canale di Sicilia
a 100 miglia da Lampedusa e 180 da Malta il 20 giugno. La nave rimase nello stesso specchio di mare fino al 25 poichè
- spiegò il presidente dell'associazione Elias Bierdel
- si pensava ci fossero altre imbarcazioni in difficoltà. Solo il 1°
luglio virò verso Porto Empedocle chiedendo alla Capitaneria di Porto l'autorizzazione
ad attraccare. Ma cosa sia accaduto in questi cinque
giorni è stato delineato dalla ricostruzione degli investigatori, secondo i
quali la Cap Anamur, in
quei cinque fatidici giorni, sarebbe rimasta ferma al largo di Malta. Gli
immigrati, insomma, «dovevano» sbarcare in Italia, non a La
Valletta. E «dovevano» anche apparire come dei
«profughi». Ma sulla vicenda è ancora buio.
Pubblicate sulla
Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana le graduatorie del corso-concorso per dirigente scolastico in Sicilia.
Disponibili 236 posti: 192 nel settore formativo I, ossia
le scuole primarie e secondarie di primo grado, 43 nel settore formativo II
(scuole secondarie di secondo grado) e uno nel settore formativo III (istituti
educativi). Contro il provvedimento è ammesso, per soli vizi di legittimità,
ricorso giurisdizionale dinanzi al Tar o ricorso
straordinario al Capo dello Stato entro il termine rispettivamente di 60 e di 120
giorni a decorrere dalla data di pubblicazione all'albo dell'Ufficio Scolastico
Regionale, in via Fattori 60 a Palermo.
E mentre nasce a Cammarata il fans club Rosa-Nero
chiamato “Monti Sicani”, che grazie
all’interessamento del capogruppo del Nuovo PSI alla Provincia Regionale di Agrigento, Calogero Traina, verrà inaugurato alla
presenza di alcuni atleti del Palermo, poco più di 1.300 vecchi abbonati della
formazione palermitana hanno rinnovato in un solo giorno le tessere per la
stagione agonistica 2004/05, che segna il ritorno della squadra, dopo 32 anni,
in Serie A. Ieri si è aperta la seconda fase della campagna abbonamenti del
club: quella riservata ai vecchi possessori delle tessere, che vantano il
diritto di prelazione anche per il prossimo campionato. Questo meccanismo
permetterà, a chi rinnova l'abbonamento, di poter riconfermare la stessa postazione
dell'ultimo campionato. E dal prossimo 4 agosto
potranno abbonarsi anche quei tifosi che negli ultimi anni non hanno mai
acquistato la tessera dello stadio.
E continuiamo con lo
sport. Dopo un intenso week-end di gare previste nelle 5 diverse specialità, la
terza prova del Campionato Regionale di Tiro a Segno denominato “Città dei
Templi” si è conclusa con il dominio del favarese
Paolo Principato e con una buona performance dei numerosi Carabinieri che vi
hanno partecipato. Nella specialità 22 Long Rifle, su
400 colpi, il favarese Principato ne ha mancati solo 20, confermando qualità
che lo portano ad essere valutato uno dei tiratori più
esperti del Sud Italia. In forza presso la Tenenza dei Carabinieri di Favara,
il tiratore Massimiliano Palmas, di
origini cagliaritane, si è aggiudicato la specialità 9 x 21 con 279
colpi su 400. Nella specialità 38 Special tuona il punteggio di un altro
Carabiniere, in forza presso il Comando Provinciale di Agrigento:
si tratta del Maresciallo Giuseppe Di Giorgi, che
vince la prova speciale totalizzando 332 punti su 400 colpi sparati. È un
agrigentino il primo classificato della specialità 40 Smith
& Wesson: con 261 colpi vincenti
su 400, trionfa sugli altri Giovanni Fratacci.
L’ultima specialità, la 22 Long Rifle Donne, vede
l’affermazione della giovane promessa agrigentina
Tiziana D’Antoni, che si impone
anche sulla tiratrice più conosciuta Maria Patti
mettendo a segno 346 colpi vincenti su 400.
Alla conferenza
stampa convocata dal sindaco all’indomani dell’approvazione del bilancio
comunale, ha fatto seguito oggi la conferenza convocata dalla Casa delle Libertà
per fare, a sua volta, il punto della situazione da un’altra prospettiva. Alla
presenza dei segretari provinciali dei 4 partiti di centro-destra, Infurna per AN, Zambuto per
l’UDC, Lentini per il Nuovo PSI, e due membri della
Provincia Regionale di Agrigento in rappresentanza di
Forza Italia, i favaresi Felice Plicato
e Gioacchino Zarbo, assessore il primo e consigliere
il secondo, la Casa delle Libertà ha dato le sue ragioni sul no al bilancio,
riconfermando l’impegno profuso per la città e la volontà di bocciarlo per due
motivi: perché già speso in buona parte prima dell’approvazione del consiglio in
opere che, secondo il centro-destra, avrebbero perseguito il fine
dell’immagine, e perché di astrusa comprensione la rimanente parte dello
strumento finanziario, che non fa capire chiaramente come saranno investite le
risorse economiche. E dopo l’appello al dialogo rivolto al deputato favarese
Giuseppe Infurna dal sindaco Lorenzo Airò nella sua precedente conferenza stampa, il
parlamentare di Alleanza Nazionale ha replicato. (sono
state realizzate delle interviste al deputato regionale Onorevole Giuseppe Infurna, al segretario provinciale del Nuovo Psi Onorevole Filippo Lentini, al
segretario provinciale dell’UDC Marco Zambuto e al
consigliere provinciale di Forza Italia Gioacchino Zarbo).
Rinviato
a stasera, in seduta di prosecuzione, il consiglio provinciale che ieri ha
fatto mancare il numero legale necessario per portare avanti i lavori
consiliari. Ma il consiglio ha comunque approvato
ieri la mozione del consigliere Bruno sulle riprese televisive delle sedute del
civico consesso e quella del consigliere Di Paola relativa alla convocazione di
un consiglio straordinario sull’edilizia scolastica, da convocare nel mese di
settembre. All’ordine del giorno, rimangono 24 punti ancora da discutere.
Fine
di questa edizione di SICILIA
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