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Edizione del
09
Dicembre 2003
A cura della
redazione giornalistica di Sicilia TV
Direttore
Responsabile: Dario Broccio
Una lettera indirizzata a
ben 22 esponenti della vita politica nazionale, regionale e provinciale per
proporre l’ASI come “zona franca” negli agglomerati industriali siti nella
Provincia di Agrigento. Con questa lettera, Decio Terrana, presidente del consorzio
propone una forma di sviluppo per l’area di sviluppo industriale da lui
gestita, che in modo analogo a quello
già sviluppato in altri paesi della comunità europea ha già dato ottimi
risultati in termini di sviluppo e di occupazione per intere province. E’
proprio questo il punto su cui verte la nota, che indirizzata in primis al
Presidente del Consiglio, passando poi dai vari Senatori ed Onorevoli siciliani
al governo si reindirizza al Presidente della Regione ed agli onorevoli in
forza all’ARS, per cambiare la faccia di Agrigento, assicurando così
l’investimento da parte di diverse ditte sul territorio gestito dall’ASI
portando fondi e lavoro. Al riguardo sono stati già presentati diversi disegni
di legge per la costruzione di zone franche in altre province italiane, ma la
proposta di costituzione della zona franca di Agrigento – conclude Terrana –
rappresenterebbe il completamento dello sviluppo industriale ad anche
commerciale dell’intera fascia centro-meridionale dell’isola.
E’ stato presentato ieri un
disegno di legge a firma del deputato agrigentino On. Calogero Miccihè, che
pone sotto l’attenzione dei governanti siciliani, il problema delle calamità
naturali e dei danni derivanti da esse.Nella fattispecie il deputato di Sicilia
2010, fa riferimento alla propria città, la quale il 03 Dicembre del 2000 fu
soggetta a fenomeni di alluvioni che portarono seri problemi e danni sia
all’economia che soprattutto alle strutture presenti nel territorio. Il comune
di Agrigento, come esposto nel suo disegno di legge, non può accollarsi spese
atte al risanamento di tali zone che da allora, specialmente nei quartieri
marittimi, risentono delle calamità e sono divenute nel tempo zone ad alto
rischio, pertanto occorre un aiuto da parte della Regione che dovrebbe in
maniera dilazionata finanziare queste opere con l’elargizione di 4.500.000 euro
nel corso di questo nuovo anno, altri 4.500.000 euro nel 2004 e 9.000.000 di
euro per il 2005. Miccihè conclude dicendo che si rende necessario l’intervento
in merito da parte della Regione, che deve finanziare il progetto ed adottare
misure finanziarie per rifondere i danni subiti dai cittadini a causa
dell’evento calamitoso.
Si è conclusa con 27 rinvii
a giudizio la maxi inchiesta scaturita dal blitz “libera Impresa”, che avrebbe
portato alla luce realtà imprenditoriali impelagate in accordi mafiosi
incentrati sul pagamento del pizzo. La chiamavano “protezione”, cioè in altre
parole l’assicurazione che nulla sarebbe successo se gli imprenditori avessero
versato una forte somma di denaro nei loro confronti. Pariamo degli empedoclino
Giulio Albanese, Pasquale Salemi, Alfonso Falzone, i fratelli Giovanni,
Giuseppe e Luigi Patrone, Alfonso Albanese, Giuseppe e Gerlando Messina, Luigi
ed Alfonso Gambacorta, Luigi Albanese, poi gli imprenditori Francesco Di
Benedetto, Vincenzo Consiglio, Giuseppe Gaglio, Salvatore Fragapane,
quest’ultimo di Santa Elisabetta, Arturo Messina di Agrigento, Salvatore di
Gangi di Polizzi Generosa, Domenico Seddio di Raffadali, Crocifisso Smorta,
Paolo Portelli e Fortunato Giannone di Gela, Antonio Siragusa di Agrigento e
Vincenzo Siracusa, nonché Angelo Sant’Angelo di Accastello, Angelo Di Martino
di Ionia e Paolo D’Asaro di Sciacca. I 27 sono accusati di fatti commessi per
lo più durante gli anni novanta, durante i quali i malviventi, con in testa i
fratelli Patrone, hanno richiesto il pizzo agli imprenditori, i quali non hanno
sporto denuncia e hanno acconsentito al pagamento, favorendo quindi il raket,
magari dopo alcuni avvertimenti avvenuti in diversi casi sui cantieri di
lavoro, nei quali sono stati ritrovati diversi oggetti chiaramente attribuibili
al raket delle estorsioni. Gli imputati hanno negato le accuse dei magistrati,
ed hanno annunciato attraverso i propri avvocati diversi ricorsi. La prossima
udienza è comunque stata fissate per il prossimo 30 Marzo.
In risposta
all’interpellanza presentata ieri dal Presidente del Consiglio Comunale Stefano
Nobile, sullo sul fatiscente stato del centro storico favarese, interviene con
un atto il Sindaco Lorenzo Airò, con una lettera che riporta atti,
provvedimenti e progetti per un completo risanamento del prezioso comparto
urbanistico. L’amministrazione comunale – scrive il Sindaco – ha già nei mesi
scorsi dato incarico agli uffici competenti di attivare tutte le procedure
necessarie all’eliminazione dei pericoli derivanti dagli edifici pericolanti.
Numerosi proprietari di detti edifici sono già stati diffidati ed in alcuni
casi si è già provveduto ad attuare il potere sostitutivo. La giunta inoltre ha
già provveduto prima che si chiudesse il 2002 alla predisposizione degli atti
propedeutici alla rivisitazione del PRG. Al Consiglio Comunale è affidata la
decisione finale. E’ di questi giorni infine, una conferenza di servizio tra
dirigenti del Comune e funzionari dell’Assessorato Regionale al Territorio ed
Ambiente per individuare le vie più brevi e le modalità per restringere l’area
del Centro Storico su cui predisporre interventi di recupero per comparti.
E cominciano, come previsto,
le iniziative di protesta nei confronti dei consiglieri comunali di Agrigento,
che con atto pubblico hanno deliberato lo scorso 23 dicembre l’aumento del
proprio gettone di presenza, portandolo a 125 €. I DS di Agrigento hanno
indetto per Sabato prossimo 11 gennaio, una raccolta di firme per chiedere alla
pubblica assise la revoca della delibera in oggetto. Secondo Domenico Pistone,
dei DS agrigentini, l’aumento del gettone di presenza, votato dal consiglio, è
un atto scandaloso e in aperta contraddizione con i problemi che affliggono la
città dei templi. Gli agrigentini devono sapere che tale aumento peserà sulle
loro tasche, mentre i consiglieri comunali si porteranno a casa più di 1000
euro al mese. In un momento così delicato per la città, i consiglieri comunali,
invece di contribuire alla risoluzione dei problemi, si aumentano i soldi da
intascare. Ci auguriamo – continua Pistone – che la politica ad Agrigento possa
tornare a svolgere il proprio ruolo di servizio alla collettività.
Si concluderanno domani 10
gennaio, presso il Castello Chiaramontano di Siculiana i lavori della “tre
giorni” del primo corso di formazione con gli aspiranti gelatieri
professionisti. Durante il corso-convegno, hanno relazionato ed istruito sulle
tecniche di produzione artigianale ed industriale, la Dott.ssa Rita Montanari,
responsabile per la Sicilia di Alpeninox, il Dott. Paolo Diana, Presidente
dell’associazione Costruttori Italiani Macchine per gelato, il Dott. Sebastiano
Vilardi, il Prof. Peppino Mortillaro, maestro gelatiere, ed il Sindaco di
Siculiana Giuseppe Sinaguglia. A conclusione dei lavori, è anche previsto
l’intervento dell’Assessore alla Pubblica Istruzione della provincia di
Agrigento Dott. Calogero Firetto.
Fine di questa
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