Edizione del 23.05.2002

A cura della redazione giornalistica di Sicilia TV
Direttore Responsabile: Dario Broccio


Era questo che con tanta concitazione veniva annunciato in quel tragico 23 maggio di 10 anni fa. Un evento, un fatto che sconvolse tutti nessuno escluso, la morte di quel magistrato tanto conosciuto, l'incredulità di tutti noi per quello che era capitato e per la ferocia con cui era stato messo in atto. Erano le 19,00 quando la macchina blindata del giudice sceso all'aeroporto Punta Raisi, con un velivolo privato, quindi in gran segreto, si dirigeva poi verso la sua Palermo, lui amante della guida delle auto blindate, al volante della macchina in dotazione, sullo stesso mezzo la moglie e la scorta a seguirlo altri mezzi e uomini a lui assegnati. allo svincolo per capaci le macchine quella in cui viaggiava il giudice la moglie e la scorta sono saltate in aria, una scena di guerra, una quantità enorme di esplosivo piazzata sotto la strada, a schiacciare il comando a distanza Brusca ora collaboratore di giustizia, a seguire il magistrato La Barbera, ora altro altro collaboratore di Giustizia. Il giudice uno dei più blindati e scortati, che aveva celebrato presso l'aula buncker dell'ucciardone il primo maxi processo contro la mafia assieme ai colleghi di quel pool costituito dal Giudice Caponnetto, è stato immediatamente soccorso ma vanamente. Cinque le bare che si sono trovate l'uno accanto all'altro, nella Chiesa San Domenico di Palermo il giorno del funerale, assieme, cosi come la morte li aveva colti, i feretri salutati da un nuvolo di persone. Palermo per alcuni anni non è più stata la stessa, il risveglio da quell'atavico assopimento, che poi caratterizza tutta la terrà di Sicilia e i suoi abitanti. Una ribellione contro il male con cui forse per troppo tempo si era convissuto. Strazianti le grida il lamento che per molto tempo tutti abbiamo sentito echeggiare nelle nostre orecchie, quelle parole di dolore pronunciate dalla signora Schifani, moglie di uno dei componenti della scorta del giudice, parole dette a stento, sotto sollecitazione. Poi tutto è passato e siccome il tempo lenisce ogni cosa, la trinacria tutta è ritornata nel suo letargo, i lenzuoli bianchi, cosi come le coscienze riposti e chiusi nei cassetti.


Il comitato Santi apostoli Pietro e Paolo ha completato gli incontri con i candidati a Sindaco del comune di Favara Lentini, Airò, Palumbo. Il parroco della chiesa don Nino Giarraputo, unitamente al presidente del comitato Sciumè, sottolineano che gli incontri sono stati incentrati oltre che sul problema principale delle scuole, strutture sportive e spazi da recuperare, sulle problematiche socioculturale e di lavoro. Viene inoltre affermato che i candidati con grande interesse e partecipazione hanno espresso ognuno i criteri di svolgimento alla risoluzione dei problemi esposti impegnandosi soprattutto ad attenzionare le associazioni i gruppi e i comitati che operano di fatto sulle problematiche sociocultuali, sportive e di volontariato.


Predisposti su disposizione del Questore Fulvio della Rocca una serie di servizi mirati alla repressione delle violazioni della normativa in materia di caschi, necessità che nasce dall'approssimarsi della stagione estiva. Il servizio tende a prevenire un fenomeno molto diffuso, soprattutto nelle fasce di età giovanili, che spesso provoca danni irreparabili. Molti utenti, giovani e non, viene sottolineato nella nota stampa diramata dalla questura, guardano con astio l'utilizzo del casco, considerandolo un accessorio molte volte fastidioso e di intralcio per lo stesso look, dimenticando che in caso di incidente stradale è lo strumento più idoneo per la loro incolumità. Nel corso dei servizi fino ad oggi svolti il personale della questura e dei commissariati distaccati hanno constatato e contestato 648 infrazioni in materia. Gli umoni della questura in questa attività vengono anche collaborati dai vigili urbani soprattutto nelle località balneari.

Sabato prossimo 25 maggio presso la foce del fiume Salso, la sezione WWF di licata inaugurerà l'Osservatorio avifaunistico. La struttura è ubicata nella sponda occidentale della Foce del fiume, ed è composta da un capannone in legno realizzato su palafitta dal quale si possono osservare gli uccelli migratori. Ad esso si accede attraversando un sentiero-natura", lungo circa cento venti metri, nel quale si possono osservare alcune essenze floristiche tipiche degli ambienti fluviali ed una serie di cartelli didattici, il tutto mascherato da una barriera di canne per evitare che gli uccelli possano essere disturbati dalla presenza dei visitatori. Il responsabile WWF di Licata ritiene il progetto anche se di piccola entità, banco di prova importante, sia per l'associazione che per la città del Faro.


 

"Corriamo insieme verso una meta comune: Vivere meglio nella nostra città: la cecità con ci impedisce di conoscere i problemi!" Questo lo slogan che accompagnerà la maratonina organizzata dalla sezione provinciale dell'unione Italiana dei cechi di Agrigento, presidente il professore Calogero Morreale, che si svolgerà sabato prossimo. Questa manifestazione prevede anche una fase regionale che si disputerà il 28 settembre, e una conclusiva fase eliminatoria nazionale che verrà solennemente celebrata a Roma il 27 ottobre prossimo. Attraverso questa manifestazione sportiva che partirà da piazza Cavour della città dei templi, si potrà dimostrare in modo concreto una diversa impostazione del modo dei non vedenti di essere "persone" nella società, da oggetti passivi bisognosi di commiserazione ed assistenza, afferma il presidente dell'associazione, a soggetti attivi protagonisti della vita sociale ed ambientale del territorio nel quale vivono.


La lotta al lavoro nero sono stati estesi ieri alle attività commerciali site nella centralissima via Atenea ad Agrigento. Ben 50 uomini, infatti, sono stati impiegati in maniera congiunta dall’ispettorato del Lavoro, dall’istituto nazionale di previdenza sociale e dai carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro, i quali hanno passato ai raggi x i diversi esercizi ubicati nell’asse storico della città dei Templi. L’obiettivo è quello di far emergere eventuali casi di mancato rispetto delle norme riguardanti l’assunzione di unità lavorative, che in provincia di Agrigento molto spesso raggiunge livelli critici. I risultati dell’operazione, coordinati dai vertici ispettivi Francesco Altana, Antonio Arnese e Giuseppina Scimè, saranno resi noti nelle prossime settimane, quando verrà ultimata la sistematizzazione dei dati rilevati.


 

Totò Riina ha trascorso parte della sua latitanza nella villa di via Bernini a Palermo, ma quest’ultima è di proprietà dei fratelli Sanzone e non dell’imprenditore di Santa Margherita Belice Giuseppe Montalbano. E’ quanto ha affermato ieri il collaboratore di giustizia Calogero Ganci, chiamato a deporre assieme ad altri quattro pentiti nell’ambito del processo che si sta celebrando presso il Tribunale di Sciacca nei confronti, appunto, di Montalbano. Tutti e cinque i collaboratori, inoltre, hanno dichiarato di non conoscere personalmente quest’ultimo, anche se qualcuno di essi ne avrebbe sentito parlare o si sarebbe recato nel complesso alberghiero di Torre Macauda a Sciacca per incontri di natura mafiosa. Il polo ricettivo saccense, infatti, prima della confisca ordinata dal Tribunale di Agrigento, risultava di proprietà di Montalbano, il quale fu arrestato nel 1999 nel contesto dell’inchiesta che portò alla cattura del latitante Salvatore Di Gangi, allora capomafia provinciale.


 

Lo scontro a suon di querele tra l’ambientalista Giuseppe Arnone da una parte e l’avvocato Salvatore Patti assieme al senatore Calogero Sodano dall’altra, ha indotto la Procura della Repubblica di Agrigento a far luce sui contorni della vicenda. Quest’ultima prende le mosse dalle pesanti accuse che Arnone ha lanciato nei confronti dei due avversari in merito all’emissione di presunte parcelle fasulle di cui avrebbero beneficiato negli anni scorsi i componenti dell’ufficio legale del comune di Agrigento, tra i quali, appunto, anche l’avvocato Patti. Le accuse di Arnone sono state sempre respinte con fermezza dagli interessati, i quali, come dicevamo, hanno intrapreso azioni legali contro l’ambientalista. Ora la Procura ha di fatto avviato un’inchiesta, ascoltando Arnone ed estendendo l’indagine sulla gestione complessiva dell’ufficio legale di Palazzo dei Giganti.


 

"Il Governo nazionale non vuole sentire le nostre ragioni e noi ci fermiamo per cinque giorni". E’ questa la decisione assunta dall’Associazione italiana autotrasportatori dopo che sono caduti nel vuoto gli appelli della categoria a far sì che si receda dal proposito di far restituire all’Unione Europea il bonus fiscale intascato dai cosiddetti "padroncini" dal 1992 al 1994. "Se si arrivasse a ciò, commenta Salvatore Bella, presidente nazionale degli autotrasportatori, ognuno di noi dovrebbe restituire in media circa 15.000 euro per ogni camion, costringendoci così a cessare definitivamente la nostra attività. Lo sciopero, che segue la protesta dei "Tir lumaca", inscenata qualche settimana fa, è in programma dal 15 al 19 giugno prossimo. Oltre che per la restituzione del bonus fiscale, la categoria è in stato di agitazione anche per la mancata proclamazione dello stato di calamità nel settore ortofrutticolo, che da solo costituisce oltre la metà delle loro commesse.


 

La Prefettura di Agrigento comunica che l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha messo a concorso il relativo posto di Direttore esecutivo. I requisiti richiesti sono: l’esser nati dopo il 1° giugno 1942, l’essere in possesso di un diploma di laurea o titolo equipollente, l’avere un’esperienza professionale di almeno 15 anni in ambito analogo al campo di interesse dell’Autorità, di cui 5 con funzioni direttive di alto livello, oltre alla conoscenza approfondita di una lingua ufficiale della comunità europea e soddisfacente di un’altra di tali lingue. Per maggiori informazioni sul bando, le cui domande di partecipazione scadranno il prossimo 7 giugno, ci si può rivolgere dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle 13.00, all’Info-Point Europa, presso la Prefettura di Palermo, sita in via Cavour 6.


 

Occorre urgentemente effettuare controlli in ordine ai lavori realizzati sulla strada provinciale Favara-Grotte Scindilia, all’altezza dell’impianto GPL e del complesso sportivo polivalente onde evitare possibili incidenti. E’ quanto chiede con un’interrogazione il consigliere provinciale Leonardo Di Stefano all’assessore provinciale ai Lavori Pubblici Angelo Bennici. I lavori di adeguamento della vecchia strada, dice Di Stefano, hanno peggiorato la situazione a causa della fragilità del relativo manto, arrecando così numerosi disagi agli automobilisti. Nonostante infatti il miglioramento e l’ampliamento dell’arteria in alcuni punti, la viabilità della stessa risulta nel complesso meno agevole che nel passato, con possibilità di creare danni alle vetture che vi transitano.


 

Hanno preso il via da qualche giorno i lavori di ammodernamento relativi ai tumuli del cimitero di Fontana degli Angeli di Favara. Sono già stati completati due quadranti del complesso cimiteriale con la posa di maioliche in ceramica al posto delle vecchie croci in metallo.

 


 Fine di questa edizione di SICILIA TV NOTIZIARIO

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